Valeria Poropat
Per le nuove generazioni di device Samsung potrebbe arrivare una vera e propria rivoluzione. E la novità sarà subito sotto gli occhi di tutti.
Per poter essere nelle nostre mani, smartphone e tablet devono chiaramente uscire da una linea di produzione. A decidere questa linea di produzione sono le case madri, ognuna con la propria filosofia.
E all’interno di questa filosofia rientrano anche alcune scelte che poi vanno a influenzare il modo in cui i device sono prodotti, venduti e pubblicizzati. Per i futuri device del colosso coreano arriva una novità che potrebbe cambiare le cose.
Un cambio che è da una parte interessante perché ci dice molto sull’industria internazionale degli smartphone, e dall’altra ci dice anche che la tecnologia del futuro stavolta potrebbe essere esattamente quella che sogniamo.
Samsung cambierà i suoi smartphone: ecco come e perché
Nel grande comparto dei device portatili, le società più ingombranti sono da una parte Samsung e dall’altra Apple. I device delle due case si sfidano con ogni nuova generazione. Ogni tanto sembra prendere il sopravvento Samsung, ogni tanto sembra che Apple possieda ancora quel guizzo geniale delle origini.
Per le loro prossime generazioni di smartphone, però, ci sarà almeno qualcosa che i prodotti della Mela e i prodotti coreani avranno in comune: i nuovi chip da due nanometri. Chip che avranno dalla loro capacità superiori rispetto a quello che vediamo adesso, con probabilmente meno spazio da occupare e quindi la possibilità di ridurre ulteriormente lo spessore o di creare pieghevoli poco ingombranti.
Ma tutto questo ha un costo, un costo che finora Samsung pareva non aver calcolato o non aver calcolato nella sua interezza.
Pare però, secondo alcune informazioni arrivate da dietro le quinte, che per riuscire ad avere prezzi concorrenziali sulle prossime linee dei Samsung S26, Samsung starebbe pensando di passare a fornitori cinesi per gli schermi OLED.
Dall’inizio il colosso coreano si è opposto all’idea di utilizzare prodotti cinesi e in particolare di utilizzare gli schermi OLED prodotti in Cina. Ma potrebbe trattarsi dell’unica scelta possibile per mantenere bassi i prezzi finali.
Tutto questo anche per riuscire a rosicchiare qualche utente ad Apple che invece, continuando per la propria strada, starebbe già pensando di aumentare i prezzi dei prossimi iPhone 17.
Il problema e le resistenze sono dovute principalmente al fatto che, dovendo lavorare con fornitori cinesi, Samsung dovrebbe diffondere a terzi le informazioni vitali dei propri prodotti, il che aprirebbe la strada da una parte a una fuga di notizie potenziale e dall’altra a nuove possibilità di prodotti made in China ispirati pesantemente alla tecnologia coreana. Ma per rimanere rilevanti e non avere prezzi fuori scala, forse questa, insieme ai chip costruiti in house, è l’unica via per aggredire il mercato.